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martedì 8 novembre 2011

Il lento declino della Capcom prosegue



C'era una volta l'incontrastabile Giappone e speriamo che ritorni. L'anno terribile della nazione lo si è visto anche nei bilanci delle aziende e se la Nintendo segna un rosso di un miliardo di dollari possiamo immaginare cosa possa accadere alle compagnie meno importanti.

Una big, però, è anche la Capcom, fra l'altro una delle più brillanti negli anni bui di questa generazione, soprattutto nei tempi della recessione economica in cui davvero nessuno sembrava salvarsi. I buoni risultati di Lost Planet e Resident Evil 5, però, hanno ingrossato i guadagni, ma ormai sono diverse chiusure quadrimestrali che l'azienda nipponica vede andare sempre più giù.


Non sono numeri drammatici, anzi, lasciano moltissimo spazio ad una ripresa, ma certamente c'è bisogno di uno scossone: nello stesso periodo dell'anno passato erano stati venduti 522 milioni di dollari in videogames, quest'anno "solo" 375, ma quello che lascia più perplessi è il ricavo netto di appena 11 milioni, davvero poco considerando i costi di sviluppo e gestione di una compagnia così grande.

La Capcom ha giustificato gli scarsi rendimenti lamentando la mancanza di titoli in grado di superare il milione di copie. In realtà, ci si poteva aspettare certamente di più da Resident Evil: Mercenaries per 3DS che si è fermato a 400mila unità, sicuramente per colpa della mediocre performance del portatile Nintendo, ma alla stessa quantità si è fermato anche Super Street Fighter IV Arcade Edition, mentre è andato un po' oltre Monster Hunter Portable HD per la PS3 giapponese.

Il futuro? Riparte da Snoopy per iPhone (dico davvero!), ma ovviamente non solo: sul 3DS arriverà Monster Hunter Tri-G, Dragon's Dogma, Resident Evil: Operation Raccoon City e Street Fighter X Tekken, tutti in grado, teoricamente di superare abbondantemente il milione di vendite.

Nel corso di quest'anno Capcom è stata protagonista anche di un addio storico con Kenji Itafune, papà di Mega Man, Onimusha, Resident Evil e Lost Planet, nonché uno dei pochi geni ancora in grado di inventarsi nuovi brand. Per quanto ancora pagheranno i sequel?

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