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martedì 15 novembre 2011

Meta-recensione - Saints Row: the Third (81/100)



Il team Volition  ha talento e lo ha dimostrato sin dal suo debutto su PC con Descent: Freespace. Da allora sono passati la bellezza di tredici anni e successivamente si sono dedicati con convinzione e profitto al mercato console, riuscendo a trovare buoni riscontri su Playstation 2 con Summoner e un successo stellare con Red Faction, poi convertito per Windows.

Proprio quest'ultima saga, però, ha avuto non poche difficoltà nella nuova generazione, anche perché sulle console c'è stata una vera e propria orgia di sparatutto realizzati da team di prima classe che ci hanno messo poco a sopraffare la qualità della Volition. Proprio per queste ragioni, questa compagnia ha deciso di inaugurare una nuova saga, intitolata Saints Row, completamente diversa per quanto sempre incentrata sull'azione. E' stata capace di guadagnarsi i suoi fan ed oggi si è meritata un terzo episodio.




Il gioco riparte coi nostri eroi in difficoltà, incastrati e sbattuti in prigione e che, una volta liberati, si ritrovano col dover ricostruire il proprio potere.

Saints Row: the Third rimane un gioco d'azione basato sul free-roaming e su una demenzialità da strapazzo che, tuttavia, rimane uno degli aspetti più accattivanti della produzione. O almeno quasi per tutti: vale la pena citare Eurogamer, che si lamenta proprio della direzione artistica e della stupidità eccessiva di alcune situazioni, esprimendo perplessità sul futuro della serie se non verranno aggiunti contenuti significativi (70/100) ed anche Eveyeye non è proprio convinto della bontà sulla lunga distanza, con un divertimento che non mancherà nei primi giorni ma che fatica a sostenersi più a lungo (75/100). Più positivi i giudizi provenienti da oltreoceano, forse perché culturalmente più affini al "rumore" del titolo Volition: IGN sostiene che sesso e azione sono ciò che fa impazzire la gente, e che questo gioco consegna esattamente quello che la massa vuole (85/100); persino più soddisfatto Game Informer, che elogia l'umorismo che pervade la produzione così come sottolinea che sarebbe stato fine a sé stesso se non supportato da un gameplay solido e divertente come quello presente.




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